Gravelness69

Tutto è nato da questa parola un po’ bizzarra, dal suono tanto cattivo ma altrettanto dolce e melodico: Gravelness69!

Potrebbe ricordare un grido di guerra, un’interiezione, forse addirittura un’imprecazione, da un altro punto di vista invece, sembra trasmettere un senso di pace e spensieratezza.

Con questo nome, penso sia obbligatorio partecipare a un evento che si chiami così!

Non ne conosco ancora il significato, forse non l’ho nemmeno capito ( o non lo voglio sapere), ma qualcosa, penso di essermela portata a casa. 

Raggiungo la partenza a Pogliano Milanese partendo da casa in bici, appuntamento in Piazza Duomo con Roberto, dove, con le prime luci dell’alba, mi accoglie una splendida piazza deserta e un Duomo illuminato da una luce suggestiva, un privilegio per pochi.

Milan l’è un gran Milan

Le previsioni preannunciavano un freddo pungente,  ma fortunatamente siamo stati graziati, e i primi colpi di pedale, non sono per nulla tragici.

Alla partenza c’è molto fermento, siamo ben 300, abbiamo perfino raggiunto il numero massimo di iscritti consentito, segno che ormai questo evento, alla V edizione, è diventato un grande classico.

Saluto alcuni amici (in particolare l’onorevole avvocato Giorgio), e dopo aver finalmente conosciuto di persona Franco detto Bluesman, deus ex machina di questo evento, al suono della sua armonica, partiamo per questa avventura.

Giovanni, Luca e Nicola saranno i compagni di giornata per questi 69 miglia.

Prima della partenza avevamo programmato una colazione al bar, ma Giovanni, alias Acciughino per l’Ucraina, ci porta, invece, degli ottimi tranci di pizza cucinati da lui, top!

Ha praticamente piovuto tutta settimana, ho promesso a mia moglie che avrei fatto un’uscita solo su asfalto, per non correre rischi decido di montare dei bei copertoni tassellati, non voglio più cadere questa volta!

Dopo soli 5km, colpendo con la ruota anteriore un oggetto non identificato nascosto nell’erba, la mia bici prende letteralmente il volo. Per pochi attimi, mentre sono in aria, mi sento Samantha Cristoforetti in partenza da Cape Canaveral per l’ISS, ma questa illusione, si infrange pochi attimi dopo, quando la forza di gravità ha il sopravvento, e il mio urlo “Gravelness!” mi riportano alla cruda realtà, sdraiato a terra. 

La prossima volta forse è meglio controllare se ho montato lo pneumatico nel verso giusto.  

Fortunatamente, fra le risate generali dei presenti, nulla di rotto questa volta.

Tempo altri 2 km, ed è il turno di Luca: curva larga, ruota in un buco, flip di 180 gradi in avanti.  Mentre era in aria, nel mio cuore, l’ho sentito anche lui urlare “Gravelness”! 

Al km 14, a Settimo Milanese, troviamo il primo punto ristoro dall’evento, arrivato al momento giusto, con caffè, the ed ottime torte.

Incontro Gianluca, Severino e altri componenti di Bergamo Gravel, dove con piacere e commozione, ricordiamo la Randombardia del 2019.

Subito dopo il ristoro affrontiamo il lungo drittone del canale Scolmatore. Una vera e propria tortura di sterrato e fango fresco, si dice addirittura che alcuni ciclisti abbiano avuto visioni naturalistiche avvistando pennuti colorati volanti (e lo splendido video di Gianluca, a questo link, lo conferma).

Non passano nemmeno 30 km dall’ultimo ristoro, che siamo di nuovi fermi a mangiare a Morimondo, dove nella splendida cornice della sua abbazia approfittiamo di un nuovo Ristoro Paddy Cullens Cycling Club.

I dolcetti alcolici e i biscotti natalizi sono una vera delizia del palato! Viene perfino servita grappa e rum ai più buongustai.

La Coca Cola però, ha  un brutto effetto su Luca, infatti la pace e serenità di questo luogo, viene disturbata da una fragorosa espulsione gassosa (altrimenti conosciuto volgarmente come ” rutto”) da Guinness dei Primati. 

Ho notato sguardi sbalorditi e sbigottiti per cotanta potenza in decibel. Fra i presenti è calato il silenzio, tutti gli sguardi a cercare l’orgoglioso colpevole, ma nulla, ho fatto finta di nulla.

Passano solo 20 km e siamo di nuovo fermi a mangiare. 

A Vigevano, dopo aver attraversato la sua splendida piazza, nelle istruzioni ricevute via mail, viene consigliata una sosta al Bar del campione italiano di cappuccino, potevano noi esimerci da questo consiglio? 

Inoltre non ci facciamo mancare un ottimo pasticciotto da degustare come accompagnamento.

Ora però, è il momento di pedalare per davvero, e dopo un bel muretto al 20% iniziamo la risalita del Ticino verso Nord.

In questa parte, il percorso cambia radicalmente. Sempre molto tecnico e mai su strade trafficate. 

Bosco e zone paludose la fanno da padrona.

Rimaniamo sempre lontani da esercizi commerciali e paesi, fino a quando, le nostre narici, si riempiono di un soave profumo inconfondibile: ma queste sono salamelle!!!

Io e Giovanni deviamo immediatamente la nostra direzione di marcia verso il ristorante, ma inspiegabilmente, e senza alcuna motivazione logica, veniamo richiamati da Luca: “Basta non è possibile! non potete mangiare sempre!”.

A testa bassa torniamo a pedalare, e il buon Giovanni, sottovoce, mi confessa che i suoi succhi gastrici avevano già iniziato a lavorare, è un bel problema questo. In cuor mio confesso di aver pensato che Luca, ha un bidone della spazzatura al posto del cuore.

Dopo l’attraversamento di un guado,  facciamo comunque una bella sosta barretta lungo le rive del Ticino nei pressi di Turbigo.

Che bello, che meraviglia questo percorso: 80% gravel 100% divertimento per davvero!

Superato Turbigo, deviamo verso Est seguendo il canale Villoresi, senza però farci mancare anche un bel volo di Nicola, con relativa impennata alla Tony Cairoli.

Arrivati sulla ciclabile del Villoresi, in cuor mio penso: siamo quasi arrivati, è tutto dritto (ma non sarà cosi, che Gravelness sarebbe senza il fango?)!

Incontriamo anche il mitico Lorenzo, un osso duro delle lunghe distanze! 

Negli ultimi 30 km, confesso che la fatica nelle gambe inizia a farsi sentire, e fino ai 500 metri dall’arrivo, il fango e lo sterrato non ci abbandona incredibilmente mai.

A Pogliano, il ristoro finale è al Pub Paddy Cullens, dove Franco e la sua band ci attendono facendoci parcheggiare la bici addirittura all’interno del locale. 

Zuppa proteica e birra IPA sono obbligatorie.

Ci scappa anche un bel video di insulti indirizzati alla Popolare girato assieme a Severino, che mi confessa di essere un fan del mio blog.

Prima di tornare nuovamente a casa in bici, una domanda a Franco è ora  d’obbligo:

Franco, ma alla fine, cosa è Gravelness?

La sua risposta è stata secca e decisa: 

Gravelness è l’essenza di ciò che può essere Gravel!

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