MiRando… il risotto che non c’è 2023

Voglio iniziare questo racconto con un aneddoto.

L’ultima volta che ho pedalato una Rando ACP con Daniele è stato il 19 maggio 2019, era la Randombardia, una roccambolesca Randonne di 600 km percorsa tutta sotto la pioggia, e che ci aveva regalato l’ingresso nella nazionale italiana Randonneurs!

Quel giorno in auto, mentre lo accompagnavo in stazione, Daniele mi disse:

“Sai cosa mi ricordo di ogni Randonnee? Solo gli ultimi 5km. La sensazione di stare per finire è una scossa adrenalinica unica. Qualcosa che se non la provi non lo si può capire. Vedere il traguardo e dire: ”E’ fatta!”. Che emozione. Sono passati un po’ di anni dal primo giorno della mia prima randonnèe ed ognuna mi ha regalato qualcosa. Amicizie, paesaggi nuovi, salite impegnative. Tutto questo lo porterò per sempre con me. Mi ha insegnato a risolvere i problemi sul momento, a non mollare mai, ad essere sempre concentrato o semplicemente portare in un bagaglio il minimo indispensabile. Questi insegnamenti oggi li applico alla vita di tutti i giorni e ne sarò per sempre riconoscente. Il ricordo della PBP è ancora vivo e forse per me è stata una delle esperienze più belle e vorrei rimanesse unica. Questa è la mia ultima randonnèe? Non lo so, ma credo di aver bisogno di una pausa per ritrovare quella motivazione e “cattiveria” che mi hanno spinto a farle. Non lo so quando sarà la mia prossima avventura ma per ora voglio fermarmi e riflettere. Ti ringrazio Matteo per avermi fatto conoscere questo fantastico mondo ed è stato davvero molto divertente farlo con te. Ringrazio anche Mattia, che finge di essere un orso ma in realtà ha un grande cuore. Voi sarete per sempre la mia vera squadra. Ci vedremo prossimamente per percorrere altra strada insieme”.

La nostra disperazione durante la Randombardia del 2019 tutta sotto la pioggia

Oggi, a distanza di quattro anni, è arrivato finalmente il giorno del suo ritorno con la MiRando.

Per entrare nella Nazionale Randonneurs abbiamo bisogno di quattro omologazioni (200-300-400-600 km) e con la MiRando da 200 km, vorremmo iniziare a raccogliere il primo tassello. 

E’ la domenica mattina di una mite giornata di febbraio. Partiamo direttamente in bici da casa per dirigerci verso la Ex Fornace sull’Alzaia del Naviglio Pavese, dove ci sarà la partenza.

Come sempre, l’inizio di ogni randonnee, è l’occasione per salutare tanti amici, in particolare Giorgio, Roberto, e Aldo, tornato recentemente dall’Australia.

Oggi Aldo pedalerà con una Moulton Bike. La sua storia è molto particolare: ha partecipato alle ultime quattro edizioni della Parigi Brest Parigi con quattro bici diverse, qualifiche comprese.

Quest’anno tenterà l’impresa proprio con questa bici.

8.01 pronti via si parte. Fermo Rigamonti, con il suo megafono, libera i cani randagi pronti ad affrontare questi velocissimi 200 km.

Partecipare ad una rando tutta piatta come questa è sempre un’arma a doppio taglio. Il rischio è di farsi coinvolgere in grupponi dal ritmo sostenuto, snaturalizzando la vera essenza di una Randonnee. Purtroppo è stato proprio cosi.

Si inizia a 35k m/h di media, complice anche ad un gruppo di ragazzi filippini, che hanno dettato il ritmo, ospitandoci nella loro “pancia”.

Abbiamo percorso i primi 72 km e non abbiamo alcuno ricordo. Solo asfalto e ruote posteriori di altre bici da seguire con attenzione.

Dopo i primi km a questo ritmo attendevamo il ristoro all’agriturismo Viscontina, ma ci sbagliavamo.

Notiamo di sfuggita un capannello di ciclisti, tutti attorno ad un baule di un’auto, ferma a bordo strada. Ma cosa è?

La traccia GPS, e le informazioni sul sito, ci dicevano di andare da tutt’altra parte.

Nella tenuta dell’agriturismo La Viscontina (al km 65) verrà effettuato il primo controllo e distribuito un caldo rifornimento idrico.

Ci fermiamo, e subito veniamo ripresi dall’organizzazione: dobbiamo dare il numero del nostro pettorale in maniera corretta, altrimenti, anche con foto o traccia, niente omologazione!

Riceviamo un sacchetto contenente un’arancia, sali minerali, acqua e merendina.

Con mestizia ci rifocilliamo e ripartiamo rapidamente. Questa volta però, con l’idea di mantenere un ritmo più tranquillo, goderci il paesaggio, ma soprattutto chiacchierare.

Mentre ci godiamo finalmente la ciclabile che costeggia il Ticino, due ragazzi su un tandem ci intercettano e ci chiedono aiuto. Hanno avuto problemi con la traccia GPS, e senza di essa non possono andare avanti. 

Inoltre ci chiedono se la nostra media oraria sarebbe stata sui 30km/h, perchè loro non erano molto in forma ed anche con il tandem facevano fatica. 

Alla loro richiesta non possiamo dire di no, sono Graziano e Maurizio, una coppia davvero eccezionale, e con piacere formiamo questo nuovo gruppo. 

Non lo avessimo mai fatto! Si mettono davanti a tirare e con la scusa che “il tandem è come un volano”, iniziano ad andare a 40km/h, ci hanno ammazzati!

In quei pochi frangenti in cui ci siamo riposati, Graziano mi racconta di essere non vedente, decido quindi di raccontargli ogni particolare che incontro durante tutto il percorso. 

Per tutto il resto della pedalata, è davvero piacevole sentire la loro esperienza sulle lunghe distanze, i loro sogni, i loro progetti, soprattutto con l’utilizzo di un tandem e tutte le problematiche connesse ad esso. 

Prima di arrivare al controllo di Zerbolò al km 150, la fame inizia a farsi sentire, non facciamo altro che pensare al risotto che ci aspetta al controllo. Siamo nella Lomellina, dove il riso è il prodotto tipico e di gran pregio!

Al controllo però, la delusione è notevole. Il risotto è terminato. Fermo ci dice di aver prenotato 500 risotti, ma gli iscritti sono ben oltre questi numeri. Chi è passato prima di noi con il percorso da 100 km (650 iscritti) ha esaurito tutte le porzioni destinate per il nostro passaggio. I conti però non mi tornano.

Insomma, per tutti i partecipanti della 200 km, niente risotto, ci dobbiamo comprare a nostre spese il pranzo. 

Confesso che l’amarezza è davvero tanta, il panino e una sprite non sono sicuramente all’altezza di un risotto tanto atteso.

Graziano e Maurizio sono dei signori, e per il servizio di accompagnamento che gli stiamo offrendo, ci offrono il pranzo. Che persone incredibili, grazie di cuore.

Al bar chiacchieriamo anche con i mitici e insuperabili Ciclisti Corsichesi. Come dei vecchietti ricordiamo vecchie rando fatte assieme dei tempi che furono. Ripartiamo quindi tutti assieme formando un bel gruppo sempre più numeroso, si aggiungono anche Ivan e Claudia, dei veterani delle lunghe distanze. E’ proprio questa la bellezza delle Rando.

Gli ultimi 5 km non li dimenticherò mai. Pedalare in ciclabile osservando e ammirando le guglie del Duomo che si avvicinano, sono davvero di un’emozione unica. Ovviamente cerco di trasmettere in qualche modo questa emozione al mio amico Graziano, sperando di esserci riuscito.

All’arrivo, sopra un muretto, notiamo un contenitore con all’interno delle brioches. Saranno per chi arriva? le potremo prendere? bho, mistero. Io nel dubbio, ne ho mangiate due!

Concludo questa Rando con un briciolo di amarezza, e con un po’ di delusione.

Quello che però conta di più, è di essermi portato a casa questo brevetto da 200 km, ma soprattutto l’emozione e la soddisfazione di aver pedalato con vecchi e nuovi amici.

1 Comment

  1. Beh! Alla fine con Graziano è vero, non abbiamo trovato due risotti al ristoro ma ci siamo gustati lungo il viaggio due muove e belle amicizie.
    Grazie Matteo per le belle parole che hai scritto di noi e con Daniele per averci guidato fino all’arrivo.
    Alla prossima randonee!

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