Martesana Van Vlaanderen 2017

Nel ciclismo professionistico esistono diversi tipi di corridori: c’è lo scalatore, il passista, il velocista, e poi c’è lui, il ciclista “completo”, questa specie di divinità mitologica.

Il ciclista completo, incarna le seguenti caratteristiche: agile in salita, abile macinatore di km, scattante negli sprint. E’ capace di vincere le grandi classiche di un giorno, i tapponi di montagna non lo spaventano, le corse contro il tempo sono una passeggiata, negli sprint è sempre pronto a dare sportellate, e i grandi giri lo esaltato!

Per come intendo io il ciclismo, il ciclista completo non è nulla di tutto ciò, e le caratteristiche che lo contraddistinguono sono altre:

  • Pedalatore a 360°: ama pedalare, che sia una passeggiata tranquilla, un giro estremo o un cicloviaggio non sa mai tirarsi indietro, lo affronta sempre con la giusta interpretazione. Le condizioni meteo non lo condizionano, e se ha in programma di pedalare… lui va!
  • Amante della fotografia: in tasca porta sempre macchina fotografica o cellulare per scattare foto. Ogni scatto non viene fatto a caso, in ogni sua posa ha un messaggio da trasmettere, e ci riesce sempre con ottimi risultati, suscitando amore e passione per la bicicletta.
  • Ottime capacità organizzative: mentre pedala la sua mente viaggia sempre in continuazione, talvolta più delle gambe. Ha una particolare predilezione nel creare eventi o raduni ciclistici fra amici o perfetti sconosciuti, ed i risultati sono sempre particolarmente riusciti!

Fra le mie amicizie ciclistiche conosco almeno quattro ciclisti completi, e Gio Pirotta è uno di questi.

Gio è ideatore e organizzatore del Martesana Van Vlaanderen, un evento tanto particolare da definirlo unico nel suo genere.

Nel corso degli anni, durante tutti i suoi giri lungo l’Adda e la Martesana, ha  iniziato a mappare per divertimento tutte le salite lungo questo percorso, trasformando i nomi di questi Muri in un italo-fiammingo fantasioso. Era solo l’inizio della sua creatura!

Il Martesana Van Vlaanderen è un giro in bici alla scoperta delle bellezze storiche e naturalistiche, dal Naviglio Martesana al fiume Adda, dalle centrali idroelettriche alle chiuse di Leonardo del Naviglio di Paderno, si tocca Imbersago e si torna indietro.

Nessuna gara, nessuna classifica, nessun motivo di andare veloce, c’è solo la voglia di rendere omaggio alla Ronde in maniera simpatica conquistando i 18 muri distribuiti lungo il tracciato!
Un percorso di 100 km esatti per un totale di 1000 metri di dislivello, questo è il Martesana Van Vlaanderen.

Che dire quindi, per noi che non abbiamo avuto la fortuna di andare in Belgio è l’occasione giusta per rendere onore al Ronde!”

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Photo by Fulvio Silvestri

L’edizione di quest’anno ha bruciato i 500 posti disponibili in 24 ore, il successo e l’entusiasmo della prima edizione 2016 ha portato i suoi frutti, e le aspettative sono altissime!
L’anno scorso l’ho fatta in Mtb, invece quest’anno, vista l’ottima situazione meteo della settimana, scelgo la Bdc. Con ruote raggiate e Continental 4 Season dovrei essere a posto.

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5.45 si parte da casa in bici, mi separano 30 km da Inzago, dove con i miei compagni di giornata ci diamo appuntamento per la colazione.

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Ci sono:

Andrea, lui non parteciperà all’evento (Il giorno dopo ha la Maratona di Milano, fatta in 2h52’34”) ma ci fa compagnia. Ci porta delle ottime Madeleine, sa bene che sono particolarmente goloso.

Davide, doveva essere in Belgio al Ronde ma un imprevisto lo costringe a casa, obbligato ad essere presente oggi.

Daniele, che ci offre la colazione, dobbiamo festeggiare le sue 2 ottime notizie che ci porta.

Mattia, il Leone delle Fiandre, l’uomo dei muri , con la sua amata Scapin soprannominata la Freccia delle Orobie.

Paola, unica in Mtb, con la sua Topbike Defender top di gamma Carrefour, 15 kg e cambio non particolarmente fluido.

Si parte dalla gelateria Pirotta e il colpo d’occhio è impressionante, centinaia di ciclisti tutti pronti per cimentarsi in questa sfida contro se stessi.

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Photo by Fulvio Silvestri

Per smaltire questo grosso numero di ciclisti la partenza è alla francese, quindi libera fra le 7.30 e le 8.30.

Prima di partire incontro un sacco di amici delle due ruote, colgo l’occasione per scusarmi con tutti loro, perchè oltre a un semplice saluto e due battute scambiate velocemente non sono riuscito a dedicare loro la giusta attenzione.

Ci sono:

Luca con la Popolare Ciclistica Bergamo, il giro del Demonio vissuto due settimane prima è ancora un ricordo fresco ed indelebile nel cuore.

Andrea con la Fulgenzio Tacconi, neopapà e pronto nel cimentarsi a breve alla Liegi.

Ema Paolo Silvano e Paola, gloriosi Cicloviaggatori storici!

Max, la mente perversa e papà del Giro del Demonio

Sandrino, compagno di alcuni cicloviaggi fatti un decina di anni fa.

Alle 8 in punto decidiamo di partire, ci aspettano 100 km e 18 Muri!

Ho caricato la traccia Gpx nel Garmin, so già che seguirla sarà molto difficile, più di una volta il percorso si sovrappone e molto spesso in alcuni incroci sarà difficoltoso capire dove svoltare, ma il divertimento è proprio questo!

Una delle emozioni più belle è proprio quella di incontrare più volte ciclisti che vanno nel senso opposto al tuo, e molto spesso la domanda sorge spontanea: ma starò sbagliando io o loro? Mistero.

L’anno scorso il mio Garmin è impazzito e ho perso la traccia, quest’anno me la voglio portare a casa come un trofeo!

Ma il MVV non è solo Muri e salite, nei “rarissimi” pezzi di pianura ogni tanto si riesce ad alzare lo sguardo e godere di un paesaggio tanto unico e particolare che solo l’Adda e la Martesana sanno regalare.

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A volte è quasi impossibile credere che siamo alle porte di una cittadina come Milano, e per chi è abituato a stare fra asfalto e cemento, questa pedalata sotto un caldo sole primaverile, risulta piacevole.

Ma ecco che arriva lo sterrato, e il tanto amato ciclista completo si trasforma in un sadico aguzzino, maledetto ripetutamente da tutti partecipanti.

Ma non ci demoralizziamo, più il percorso è impervio più noi siamo caparbi nel volerlo portare a termine.

I Muri sono stati classificati da Gio con delle stelle in base alla difficoltà.

Qui di seguito quelli che, secondo me , sono stati i più duri e che regalano soddisfazioni una volta in cima.

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Hemelmur, 5 stelle

Da percorrere per ben due volte, sembra corto ma la pendenza è notevole, soprattutto perchè parte decisamente forte!

Fortunatamente il fondo stradale non è dei peggiori: stretto, cattivo e duro!

Grazie al video di Davide ho potuto apprezzare maggiormente il gesto atletico di Mattia, che dopo 10 metri è finito nella siepe di sinistra.

Tutto da vedere!

Video by Davide Labi

Bertincentraalmur, 5 stelle

Anche lui da percorrere per due volte.

Il fondo stradale è di quelli che fa male, ciottoli belli grossi che molto spesso fanno perdere il grip, stare in piedi è impresa da veri funamboli!

Fortunatamente è posto subito prima dei ristori che hanno decisamente rigenerato i suoi avventori.

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Pane e salame… Pane e Nutella… mmmmm….. Gio ti vogliamo bene!

Un ringraziamento particolare alla Macelleria Bonora e al panificio La Fornarina di Inzago per la loro disponibilità.

Video by Davide Labi

Padernmur, 5 stelle

come definirlo? infinito! Mentre pedalavo non vedevo l’ora che finisse.

Fondo stradale pessimo: ciottoli misto muschio, ogni pedalata è una vera liberazione perchè è una in meno verso la cima.

Fortunatamente da percorrere una volta sola.

Quanto ho sognato avere una una bici assistita, odio questo muro!

Una dei momenti più belli di tutto il giro l’ho avuto in cima, quando mi sono accorto dei calzini  di Mattia, Respect.

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Toscaaanmur, 4 stelle

Le 4 stelle lo fanno risultare meno duro degli altri, forse perchè asfaltato, ma io 5 stelle gliele darei tutte pure a lui.

Mentre salivo ho visto un ciclista portare in spalla la sua bici, e questo dice tutto!

Video by Davide Labi

Koncesheiligdommuur, 4 stelle

il Muro della liberazione, l’ultima sofferenza prima dell’arrivo.

Fondo stradale fatto praticamente tutto di erba, mentre si sale è un continuo ricercare la zona più sicura per le ruote.

L’arrivo in cima è una liberazione, nella mia immaginazione sentivo il suono delle campane del Santuario e percepivo il MVV ormai in tasca.

Video by Davide Labi

L’arrivo a Inzago è un momento davvero emozionante, portare a casa questo MVV sulla carta sembrerebbe semplice (1000 metri di dislivello in 100 km, roba da poco), eppure la fatica spesa per raggiungere il traguardo è notevole e la soddisfazione tanta.

La bolgia del mattino ora si è trasferita tutta al Rian restaurant Cafè, il parcheggio è un tripudio di biciclette e la voglia di festeggiare è tanta!

E’ ora di fermare la registrazione sul Garm…. NOOOOOOO

Anche quest’anno il dispositivo si è bloccato, traccia persa.
Con mestizia è delusione affogo il mio dispiacere in un fiume di birra, e solo i molteplici piatti di pasta cancellano la tristezza di questo momento.

Durante il pranzo ci raggiunge ancora Sandro, riesco anche a salutare il mitico Vittorio del Team Testa, è sempre un piacere vederlo!

E’ ora di riprende la bici e tornare a casa, ovviamente non prima di aver salutato Giovanni.

I ringraziamenti vanno a lui, al fotografo Fulvio Silvestri, e a tutti i volontari del suo staff.

Noi abbiamo messo le gambe, ma se questa giornata è stata magnifica lo dobbiamo tutti a voi!

Grazie!

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Photo by Fulvio Silvestri

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