Potrei iniziare raccontando della meravigliosa atmosfera incontrata per questo raduno mondiale di appassionati di biciclette d’epoca.
Oppure raccontare dell’emozione provata percorrendo la salita che porta al castello di Brolio, ancora al buio, illuminata dalle candele ai bordi della strada sterrata.
O ancora, raccontare della fatica per salire il Monte Sante Marie, rigorosamente a piedi e spingendo la bici a mano.
Sicuramente in rete troverete fior fior di racconti dettagliati, con orari, kilometraggi e difficoltà, scritti sicuramente meglio di me.
Quello che invece voglio fare è raccogliere le emozioni (piccole, veloci e talvolta banali) che mi sono portato a casa.
IL PRE
Nella settimana precedente all’Eroica mi è capitato più volte di leggere i soliti commenti: ormai l’Eroica non è più la stessa, non è più quella di una volta, ormai pensano solo al business, snaturalizzano quello che era un tempo e bla bla bla.
Io non ho avuto la fortuna di partecipare alle prime edizioni, me ne rammarico, ho solo fatto nel 2008 il percorso lungo con una bici moderna (ultimo anno in cui era concesso), diciamo un po’ “rubato” ai fini del regolamento odierno.
Avendo letto questi commenti mi sono presentato un pizzico prevenuto.
Che idea mi sono portato a casa?
L’Eroica è unica. Parlarne male fa solo aumentare il suo prestigio, e se pensate che non la farete perchè ormai “non è più quella di un tempo”, mi spiace davvero, perchè vi perdete un’occasione unica nel suo genere.
Certo, se pensate questo solo perchè una maglia dell’Eroica costa 140 euro, basta non comprarla. Io non me la posso permettere, ma la lascio con piacere e senza invidia o critica a chi ha il portafoglio più pieno del mio.
GAIOLE
Gaiole è davvero una perla del Chianti, un paesino che nel primo fine settimana di ottobre si trasforma in una piccola capitale del ciclismo mondiale, dove sia chi è appassionato sia chi non lo è (soprattutto), non può rimanere immune al fascino che sa regalare.
Nel girare le sue vie non ci si stanca mai, si continuerebbe all’infinito nel percorrere il piccolo paese da un lato e poi dall’altro, cercando in maniera ossessiva compulsiva di non perdere nessun particolare, nessuna bicicletta, nessun personaggio pittoresco.
LA PIOGGIA
La pioggia è stata quel piccolo “diavoletto” che per tutta la settimana precedente ha fatto preoccupare i partecipanti.
Ammettiamolo: quante volte al giorno siamo andati a vedere le previsioni? e su quanti siti diversi? cercando e fidandoci sempre di quello più ottimista.
Alla fine fortunatamente la pioggia era prevista solo sabato notte, ma andare a letto sentendo continuamente il ticchettio della pioggia sul tetto non faceva riposare serenamente.
Cosa ne è venuto fuori? L’atmosfera magica della salita al Castello del Brolio, che, grazie alla condensa lasciata nell’aria dalla pioggia, ha saputo regalare un’ambientazione fiabesca, da nebbie di Avalon.
Non posso far altro che ringraziare la pioggia!
IL RISPETTO
Che sia il percorso corto, medio o lungo mai sottovalutare L’Eroica, mai pensare di portarsela a casa in scioltezza.
Conosco solo due amici che hanno deciso di fare il lungo, Paola (conosciuta proprio per l’occasione) ed Alessandro (compagno di bevute milanesi), entrambi anche compagni di PBP.
Sono rimasto particolarmente colpito dalla loro preoccupazione e concentrazione nel prepararsi, e mi sono più volte chiesto: ma come è possibile che ciclisti del loro calibro con un’esperienza del genere abbiano così tanti dubbi?
La risposta me l’hanno data con i fatti: hanno portato a casa questa Eroica con una scioltezza e allegria fuori dal comune, insegnandomi che nel ciclismo, nulla ti viene regalato, ma bisogna guadagnarselo, senza mai perdere la concentrazione o il rispetto per ciò che stiamo facendo.
I RISTORI
Sono venuto all’Eroica per pedalare, ma anche per mangiare!
Mamma mia che roba, la Ribollita, che prelibatezza! e poi il vino dal fiaschetto! Anche se sono praticamente astemio bisogna provare tutto per vivere e far pienamente parte dell’Eroica.
Non me ne vogliano gli altri ristori, ma un’emozione particolare l’ho vissuta al ristoro di Castelnuovo Berardenga, quando ho incontrato Luca Bonechi, presidente Ari, del Bulletta Bike (mi rammarico di non aver fatto una foto assieme).
L’AMICIZIA
Alla partenza ero con quattro amici: Davide, Daniele, Giovanni e Andrea. Difficile fare tutto il percorso assieme, abbiamo ritmi e allenamento differenti, e poi se qualcuno di noi fosse andato incontro a problemi meccanici come avremmo fatto?
Morale: ho bucato quattro tubolari (e ne avevo portati solo due), danneggiato il cambio (quasi 100 km fatti con il 42×19), e per non farsi mancare nulla rotto un raggio.
Li ho più volte invitati ad abbandonarmi al mio destino, stavo continuamente rallentando tutto il gruppo a causa dei miei continui problemi meccanici, ed a un certo punto volevo pure ritirarmi.
Nonostante i miei problemi non mi sono potuto esimire dall’aiutare anche un altro ciclista incontrato sul percorso, aveva rotto la catena e dimenticato lo smagliacatena. Non potevo non aiutarlo.
Ma loro sono sempre stati li, ad aspettarmi e soprattutto a prendermi in giro ogni volta che mi succedeva qualche imprevisto, quasi fossi una barzelletta, senza mai arrabbiarsi.
Confesso che a un certo punto ero quasi felice quando bucavo, non vedevo l’ora di informarli del problema per ricevere insulti e prese in giro di rito.
L’ARRIVO
L’arrivo è posto nella via principale del paese, ci si incanala nelle varie corsie a seconda del percorso scelto: sulla sinistra percorso da 75 km, centralmente quello da 135 km (il mio), e sulla destra quello da 209 km con tanto di passerella e foto dell’arrivo per chi ha scelto proprio il percorso più duro.
La gente schiacciata sulle transenne, e i ciclisti che hanno scelto percorso corto o medio come me, osservano e ammirano i corridori più audaci e temerari che arrivano incanalandosi proprio nella corsia di destra, quella della meritata gloria per aver compiuto questa impresa da veri Eroici!
Poi mi giro verso i ciclisti sulla mia sinistra, quelli che hanno concluso il percorso più corto rispetto il mio, e dentro di me faccio questa considerazione : magari sono persone che prendono la bici per la prima volta, oppure che prendono la bici solamente per questo evento una volta all’anno, o ancora persone che hanno qualche problema fisico ma che hanno pedalato e sofferto per i loro duri e sudati 75 km.
Li vedo provati ma allo stesso tempo sorridenti e soddisfatti.
Gli Eroici siamo tutti noi giunti all’arrivo indipendentemente dal percorso! gli Eroici sono quelli che si sono messi in gioco e ci hanno anche solamente provato, magari senza nemmeno arrivare al traguardo, e senza nemmeno ricevere la medaglia.
Credo che anche in questa Eroica, un pizzico di Spirito Radagio… lo abbiamo avuto tutti.
Un grazie particolare a Davide per le foto.
Bel racconto, bell’ impresa! Magari il vino nella fiaschetta é stato travasato da un bel bag da 10 Lt e altre cose ma bere un bicchiere di vino durante una “gara” é quasi sempre considerata un’ eresia, Invece voi, in sella a mezi meno guidabii di oggi e su strade bianche, avete diostrato che – con moderazione – si può fare! Oltre alla Toscana, il mangiare, il buon bere, oltre alle bici d´epoca e all´happening, credo che l´Eroica offra proprio questo: un modo diverso di vivere il ciclismo e per giunta non necessariamente anacronistico!
Poi ho apprezzato molto la tua visione dell ‘ Eroica (io non l´ho mai fatta) diversa dal solito.
Grazie 1000! Ti auguro davvero di vivere le emozioni che solo l’Eroica sa regalare.
Bel rapporto … l’Eroica mi piacerebbe fare … adesso ho trovato una bici … devo guardare se con quella posso prtecipare … forse nel 2017 …
Grazie Gabi! Non ascoltare chi dice che L’Eroica è diventata troppo commerciale, ti assicuro che è un’esperienza fare. Le regole principali sono: gabbiette sui pedali, leve cambio su tubo obliquo, fili freni manubrio esterni, e bici antecedente 1987. Ciao
penso che la bici sia adatta … ci vediamo …
Ora sono curioso, non mi mandi la foto in privato?
certo … dove trovo il tuo indirizzo e-mail?
spiritorandagio@gmail.com
ecco fatto ..
Bellissimo racconto. Mi hai fatto emozionare quando hai descritto l’arrivo. Hai ragione: io ho copletato il percorso lungo (209), e percorrere la corsia di destra all’arrivo, con così tanta gente che ti applaude, per poi salire sulla pedana per la foto è un ricordo che ancora mi scalda il cuore.
Grazie 1000 per i complimenti! L’Eroica lascia sempre il segno, anche a distanza di anni.
It’s great to find soomnee so on the ball
Grandeeeeee Matteo! Hai descritto molto bene lo spirito e i luoghi che tanti appassionati del ciclismo eroico amano percorrere insieme da molti anni. Le tue preziose informazioni mi serviranno per la mia prima eroica che tenterò di fare a fine mese. Un abbraccio forte forte.